giovedì 11 aprile 2019

Yuggoth e M87: quanto c'è di "umano" nella recente scoperta?



Negli ultimi giorni abbiamo assistito a quello che in molti definiscono già “l’Evento del secolo”. 
Parlo ovviamente della prima immagine dell’orizzonte degli eventi di un buco nero, oggetto la cui esistenza è stata teorizzata da Einstein cento anni fa. 

Non starò qui a darvi i dettagli tecnici, vi rimando a chi è più qualificato di me.

Vorrei parlare qui della portata di tale evento, di come lo abbiamo sempre immaginato e compararlo a un’altra profezia astronomica, quella di Plutone e di come fu celebrata da uno dei suoi più insospettabili teorici, H.P. Lovecraft. 
Lovecraft pure qui? Certamente, ma andiamo con ordine. 

M87 OGGI

 
L’osservazione di M87 è sicuramente un traguardo per l’umanità tutta, è doveroso però calarlo nella realtà storica che stiamo vivendo. Tempi incerti, dove un culto dell’ignoranza galoppa alimentato da un internet dove gli ignoranti hanno spazio, e chi è del mestiere tace o peggio, non sa comunicare. 
Diciamo dunque che la scoperta di M87 è importantissima per gli addetti ai lavori, ma in che cosa aiuta noi profani? Ha senso raggiungere simili traguardi come umanità, quando dell’umanità ce ne frega poco e niente? 
Assolutamente sì. 
Posso io, in quanto essere pensante, curioso e come “animale narrativo” restare indifferente dinnanzi a una scoperta figlia di tutte le più belle caratteristiche umane? Una scoperta che celebra la nostra grandezza come specie, e non di meno, glorifica la nostra immaginazione e la nostra arte, che già aveva tentato di rappresentare, in modo straordinariamente verosimile, quanto oggi è stato scoperto. 
Negli ultimi cento anni, da quando la matematica li teorizzò, i buchi neri hanno alimentato il nostro immaginario, li ritroviamo in una quantità incalcolabile di libri, film, fumetti, dipinti e canzoni, tutto questo senza averne mai visto uno. 
E adesso? Cosa scriveremo? Cosa comporremo per tessere le lodi di questa grandiosa scoperta? Chi ne sarà ispirato? 

PLUTONE COME M87 


Tali pensieri mi hanno portato alla mente uno dei racconti di H.P. Lovecraft, “Colui che sussurrava nelle tenebre.” scritto nel 1930 per celebrare la scoperta di Plutone. 
Lovecraft, che studiò astronomia, aveva già ipotizzato agli inizi del XX secolo l’esistenza di Plutone osservando le orbite di Nettuno e Urano, “disturbate” dal pianeta nano.
 Solo trent’anni dopo l’allora nono pianeta venne scoperto, per celebrarlo il Solitario scrisse uno dei suoi racconti più famosi, immaginando questo nuovo mondo come un luogo abitato da esseri misteriosi, portatori di una conoscenza proibita pronti però a condividerla con l’uomo. 
Tale conoscenza però è soverchiante, aliena, distruttiva e il protagonista la rifiuta, fuggendo dalle grinfie degli alieni per tornare alla sua tranquilla realtà, benedicendo la sua ignoranza (tema ricorrente in molti racconti del Ciclo di Cthulhu). 

Yuggoth (Plutone) illustrato da Giorgos Tsolis.


In questo racconto, pregno di riferimenti alla mitologia lovecraftiana, la nuova scoperta non è vista come un traguardo, ma un nuovo inizio che porta l’uomo un passo più vicino alla consapevolezza della sua insignificanza nell’Universo. L’Ignoto ci spaventa, eppure così come la scoperta di Plutone nel 1930, l’osservazione “profetizzata” di M87 oggi ci mostra sia quanto potente è l’immaginazione umana, sia quanto siamo piccoli e insignificanti in un Universo buio e indifferente. Una scoperta dolce e amara al tempo stesso, piena delle contraddizioni che ci rendono umani. Per questo essa è una scoperta che appartiene all’umanità tutta. 


È vero che tutto ciò può spaventarci, c’è chi affermerà che tutto ciò non gli cambi la vita, chi invece negherà (basta spulciare alcune esilaranti pagine Facebook) ma difficilmente tale scoperta ci lascerà indifferenti, soprattutto perché l’abbiamo predetta, immaginata, fatta nostra prima che si manifestasse. 
Come celebrerà l’arte un tale evento? Cosa scriveremo su M87? Questo è tutto da scoprire.

1 commento:

  1. Sono completamente d'accordo con quello che scrivi! Anche per questo adoro l'astronomia, perché l'universo è immenso e spaventoso ma al contempo meraviglioso.

    RispondiElimina