martedì 30 ottobre 2018

Orrori fuori dal tempo

Quando tre anni fa cominciai a sfogliare il Manuale dei Mostri della sempre cara 3.5, passai oltre la prima delle centinaia di creature che popolavano il tomo. Sarà per il design bizzarro, sarà perché ai tempi ero ignorante in materia non attenzionai una delle creature più affascinanti e terribili che un avventuriero possa affrontare.

Ovviamente stiamo parlando degli Aboleth, i folli signori delle profondità.




Il sempre caro zio Howard

Guardando una qualsiasi illustrazione di un Aboleth una cosa appare chiara: essi sono assolutamente alieni.

Anche in un mondo bizzarro come quello di Dungeons and Dragons, queste creature (definite Aberrazioni) sono ritenute ripugnanti, la loro presenza crea disagio e pazzia.

Quando si parla di esseri alieni, pazzia e cose indicibili a ogni giocatore di ruolo che si rispetti non può che venire in mente il Maestro, il Solitario di Providence: H.P.Lovecraft.

Il sinistro universo di Lovecraft è da sempre terreno fertile per i gdr, i motivi sono molteplici. Culti oscuri, magie proibite che richiamano entità terrificanti si prestano bene come temi per avventure da giocare attorno a un tavolo a sera tarda, magari con la giusta atmosfera.

Da questo sinsitro universo sorgono loro, gli Aboleth.

Nemici degli dei

In un tempo antico gli Aboleth dominavano incontrastati sul mondo, sottomettendo le razze del piano materiale, creando nuovi servitori per i loro scopi alieni.
Questo impero di portata globale, la cui forma possiamo a stento immaginare nei nostri incubi peggiori, venne spazzato via quando i mortali cominciarono a credere in qualcosa di più potente degli Aboleth, un qualcosa che essi, tanto razionali e pragmatici, non conoscevano: gli dei.

Gli dei discesero sul Piano Materiale, distruggendo l'impero degli Aboleth. Le loro città sprofondarono negli abissi più insondabili degli oceani, mentre sul mondo di superficie i mortali cominciarono a prosperare.

Però, per citare un famoso libro "Non è morto ciò che in eterno può attendere" e gli immortali Aboleth, feriti e sconfitti tramano ancora la loro vendetta contro gli dei in attesa del momento propizio.

Implicazioni aliene

Gli Aboleth sono quel tipo di creatura capace di colpire nel profondo la mente dei giocatori e dei master, mettendo in moto la fantasia.
Non è difficile costruire un'avventura o addirittura un'intera campagna attorno a tali creature, eppure, se ci si ferma a pensarci su la scoperta dell'esistenza di un mostro simile non è una cosa da prendere alla leggera.

Mediamente gli dei sono visti come le creature più potenti di un dato mondo, essi custodiscono i segreti della vita, della morte e sono un punto di riferimento per i mortali, ma quando entra in gioco qualcosa di più antico e sinistro, qualsiasi mente comincerebbe a vacillare.

Se queste creature erano qui prima degli dei, cosa c'era prima di loro? Chi le ha create? Perché sono qui?

Tentare di dare una risposta a tali domande conduce irrimediabilmente alla follia. Per questo inserire un Aboleth in una campagna porta con se diverse responsabilità per un master, essi non sono soltanto un ammasso di punti ferita e attacchi, sono creature dalle implicazioni immense provenienti da un passato remoto (che ricordano alla perfezione) che meditano vendetta. Ma c'è di peggio



Una vittoria inevitabile?

 "La creatura giaceva a pancia in su in quell'acqua putrida. Sempre che quella fosse la sua pancia. Derrum crollò a terra facendo dei respiri profondi. Cercò con lo sguardo i suoi compagni. Ganak e Mira giacevano in una pozza di sangue, l'ascia del primo conficcata nel collo della seconda. Si erano scambiati dei colpi mortali prima di spirare. Anche Willow crollò a terra, ora che l'adrenalina della battaglia scemava, cominciò a singhiozzare. Derrum si alzò, per prima cosa si assicurò che i suoi compagni fossero davvero morti. Dopodiché raccolse la sua spada e il suo scudo e si diresse verso la zona più profonda della caverna, lì dove quell'Orrore aveva accumulato il suo tesoro. C'erano pietre prreziosa, spade, armature. Una magra consolazione per le perdite subite. Finalmente Derrum sollevò lo sguardo verso gli ampi finestroni che occupavano le pareti dell'antro. Davano sugli abissi dell'oceano, neri come una notte senza stelle. Allora li vide. I profili degli antichi edifici erano illuminati dalla Luce creata di Willow, si perdevano in ogni direzione, costruiti eoni prima da entità terribili. Occhi rossi li scrutavano dagli archi ciclopici. Erano ancora là fuori."

Essendo creature aliene e immortali, il concetto di tempo per gli Aboleth è molto diverso dal nostro: come è riportato anche nei manuali, per queste creature il conflitto avvenuto eoni fa si è appena concluso. Si stanno riorganizzando, in numero sempre crescente e più passano le generazioni, più gli Aboleth imparano e si potenziano e un giorno riemergeranno dalle loro tane per reclamare ciò che un tempo apparteneva loro. Chi lo sa, magari questo è un ciclo che va avanti da tempo immemore, per gli Aboleth l'esistenza degli dei e dei mortali non è altro che una momentanea seccatura, un niente in confronto all'enormità delle loro esistenze.

Confrontarsi con un nemico simile dunque è un'impresa titanica, sono intelligenti, potenti e la cosa peggiore è che hanno un piano. Per un singolo esemplare farsi eliminare da un gruppo di avventurieri, potrebbe essere il tassello di un piano più grande. Un'apparente sconfitta che condurra alla loro inevitabile vittoria sui mortali.










Nessun commento:

Posta un commento