martedì 16 aprile 2019

Perché nel Trono di Spade muoiono tutti?

La prima puntata dell’ultima stagione del Trono di Spade è uscita.  

Questa serie ha lasciato un’impronta indelebile nell'immaginario collettivo occidentale, ridefinendo il modo di fare fantasy. Che ci piaccia o no, sulla scia della serie è cambiata la visione del genere, non abbiamo più eroi epici scagliati contro le forze del male, ma mondi cupi, pieno di sesso e (ovviamente) morte.  
Questo almeno è ciò che si vede in superficie, molti si dimenticano che se il Trono di Spade della HBO ha visto la luce nel 2011, le Cronache del Ghiaccio e del Fuoco (abbreviato ASOIF A Song of Ice and Fire) sono state concepite ben vent’anni prima dal genio di George R.R. Martin, e che il primo volume delle Cronache ha visto la luce nel lontano 1996. 

Copertina della prima edizione delle Cronache.


L’ultimo volume delle Cronache (ultimo uscito si intende) la Danza dei Draghi è del 2011. 
Con questi dati alla mano possiamo fare alcune osservazioni:  

Innanzitutto la storia, per come è concepita, non è assolutamente figlia del nostro tempo. Il cinema e la televisione influenzano pesantemente la cultura di massa, a un livello che non appartiene più ai libri e se parliamo di cinema fantasy del passato prossimo, non possiamo che pensare alla trilogia di Peter Jackson dedicata al Signore degli Anelli. 

Badate bene che al momento dell’uscita del kolossal di Jackson, ASOIF era giunto al suo terzo volume (per intenderci, i lettori del tempo avevano già vissuto le infami Nozze Rosse) ma la Massa stava acquisendo un nuovo canone del fantasy, quello eroico, dei buoni in armature lucenti contro gli orchi brutti e cattivi (sto semplificando al massimo, ci sarebbe molto da dire al riguardo). 

Quando il Trono di Spade debuttò in televisione, abbattendo la barriera di un tomo di quasi mille pagine di lunghezza si presentò a un pubblico poco avvezzo a questo fantasy più dark e realistico (conosciuto anche come grimdark) e l’impatto fu sensazionale: pure nel fantasy la gente muore e copula! 
Il Trono di Spade si è imposto come nuovo canone del fantasy, basta con gli Aragorn e con i Legolas di turno e basta storie allegre in quel “parco giochi medievale” citato da Martin. Si è imposto anche come nuovo modello per le serie tv. Quante volte abbiamo sentito dire frasi come: 

Muore tanta gente, sembra il Trono di Spade!

Oppure: 

Ma non muore nessuno in questa serie! Non è come il Trono di Spade!

Le numerose morti sono diventate un marchio distintivo della serie, esse sono improvvise, shoccanti, sensazionali e quasi del tutto estranee all’opera originale.
  
Ebbene sì, il Trono di Spade e le Cronache sono oramai due entità separate e, purtroppo, la fama di show mortifero del primo si è trasferita sui libri. Io stesso rimasi sorpreso nel leggere i tomi di Martin, erano qualcosa di diverso, molto profondo e progettato in modo magistrale, orrendamente scempiato dalle ultime deludenti stagioni dello show. 
E quelle morti, quelle dannate morti “casuali” che gli pseudo intellettuali criticano tanto a Martin ma che appartengono completamente alla serie. 

PERCHE' TUTTE QUESTE MORTI?

I motivi sono principalmente:

  • L’abbandono di Martin e l’incapacità di proseguire le storyline aperte da lui.
  • L’accorpamento di più personaggi della saga in uno solo nella serie.

  Che dovremmo farci con questi personaggi?

 Come ormai tutti sapranno la fine dell’ultimo libro delle Cronache coincide con la fine della quinta stagione (con l’eccezione della storyline di Jaime e del Pesce Nero, avvenuta nei libri molto prima è che nella serie è in un contesto differente) da quel momento in poi gli autori hanno dovuto lavorare con gli appunti di Martin. 
 C’è solo un problema, come gestire le storyline aperte mentre Martin lavorava con noi e che noi non sappiamo minimamente come far concludere? Semplice, ammazziamo tutti! 
La vittima più celebre di questa incertezza è Stannis. Alla fine della Danza dei Draghi lo troviamo diretto verso Grande Inverno con il suo esercito al seguito e molti clan del Nord che è riuscito a tirare dalla sua parte. 
E indovinate un po’, anche la principessa Shireen è viva, Stannis la lascia assieme alla madre e a buona parte della sua corte al Castello Nero. 

A nessuno piace Stannis

A onor del vero non sappiamo se Stannis sopravviverà alla battaglia nei libri, ma il fatto che sia Brienne sia Sansa sono lontanissime da Grande Inverno (l’una prigioniera di Lady Stoneheart, l’altra a Nido dell’Aquila alle prese con Ditocorto) e che un certo banchiere bravosiano lo stia cercando, fanno ben sperare. 
E invece nella serie tutti morti in modo orribile, soprattutto Shireen, bruciata per niente in una delle scene più pesanti della serie. 

A posteriori ritengo quella scena inutile, fatta apposta per eliminare del tutto la storyline di Stannis, un concorrente ingombrante e scomodo per Jon Snow, il beniamino di tutti. 
Il massacro degli ultimi Baratheon perpetrato dagli autori è servito semplicemente a far brillare Jon e i suoi. 

Mancando nella serie qualcosa come quindici personaggi della corte di Stannis è normale aver voluto chiudere così la sua storyline, gli autori non sapevano che cosa farsene di un personaggio odiato dalla maggior parte dei fan e il fargli sacrificare l’unica figlia in quella scena orribile è servito soltanto a farlo odiare ancor di più. 
Stesso discorso vale per Selyse, moglie di Stannis, che pensa bene di uscire di scena da sola per evitare altro imbarazzo agli autori. 

Quando realizzi che gli autori non sanno cosa farne di te

Non conosciamo il destino di Stannis nelle Cronache, ma dubito fortemente che tornerà al Castello Nero per uccidere sua figlia. 
Lo stesso destino di Stannis e dei Florent vale anche per la storyline di Dorne e il destino di Myrcella. 

Indovinate un po’, anche Myrcella è viva, ferita ma viva e la storia di Dorne con tutti i suoi personaggi e le sue implicazioni è una delle parti più intriganti dell’intera saga, scempiata orribilmente nella serie. 
La storyline di Dorne è atroce da guardare, anche per chi non ha letto i libri, lì gli autori non sapevano proprio che cosa fare, sapevano che doveva esserci perché Oberyn l’aveva iniziata ma non avevano la più pallida idea di dove andasse a parare. Quindi come risolvere il tutto? Ammazziamo a caso Doran Martell e mandiamo quelle brutte copie delle Serpi a uccidere totalmente a caso altri personaggi.

L'espressione di Doran dice tutto.

  
Su Dorne potrei scrivere a lungo, magari in futuro riserverò un intero articolo sul potenziale sprecato di questa storyline, per ora vi basti sapere che gli autori hanno preferito far saltare in aria il sud di Westeros per toglierselo totalmente dalle scatole. 

Altre vittime rilevanti sono Thoros di Myr e Beric Dondarion, entrambi personaggi presentati fin dalla primissima stagione (presenti anche nel primo libro) acquisiscono estrema importanza nei libri successivi mentre nella serie non si capisce bene che cosa ci stiano a fare, gli autori non hanno la minima idea di quale sia il loro futuro dunque hanno pensato di eliminare Thoros nella peggior puntata dell’intera serie, morte di cui non è importato niente a nessuno. 

Beric invece potrebbe benissimo uscire di scena e nessuno se ne accorgerebbe visto che buona parte del suo lavoro lo ha fatto Arya. 

Altre vittime “innocenti” sono:
  
  • Le schiave di Daenerys: morte nella seconda stagione hanno un ruolo più rilevante nei libri. 
  • Ser Barristan Selmy: personaggio presentato nella prima stagione, ucciso dalle Arpie a Meeren. Nei libri è vivo e fungerà a POV negli ultimi capitoli della Danza dei Draghi. 
  • Catelyn Stark: ebbene sì, Catelyn è viva, o meglio, non è né viva né morta, viene resuscitata dopo le Nozze Rosse da Dondarion e trasformata nella crudele Lady Stoneheart.
  • Loras Tyrell: Essendo un cavalier della guardia reale, Loras non potrebbe sposare Cersei e nei libri ha molti più fratelli. Anche qui gli autori hanno voluto semplificare, togliendo però molto spessore ai personaggi. 
  • Xaro Xhoan Daxos e i Tredici di Quarth: Chi? Ah sì, i personaggi uccisi a caso nella seconda stagione. Nei libri sopravvivono e Xaro farà la sua comparsa durante l’assedio di Meeren, queste le ritengo le morti più gratuite in assoluto dell’intera serie inserite giusto per il gusto di farlo. 
  • I Metalupi: sia chiaro, Lady e Vento Grigio muoiono, ma nella serie l’importanza dei lupi è stata drasticamente ridotta. E pensare che Martin ha progettato tutto partendo proprio da loro. Il rapporto tra gli Stark e i Metalupi ha un significato profondo, soprattutto quello tra Bran ed Estate a cui nei libri viene dato molto rilievo per l’evoluzione del personaggio. Nella serie invece Estate si sacrifica inutilmente per Bran in una scena degna di Paperissima, e nessuno piange il povero Metalupo, neanche Bran stesso! Stessa storia per Cagnaccio che viene eliminato off screen. Anche qui, per gli autori i due Metalupi erano diventati delle seccature succhia-budget.
Un minuto di silenzio per Xaro.

Tutti in uno

 Qui veniamo al secondo problema, nelle Cronache i personaggi sono moltissimi, cosa che ha costretto Martin ha scrivere un intero libro (il quarto) completamente dedicato ai personaggi “secondari”. 

L’accorpamento di più personaggi ne ha resi molti inutili e certe storyline si risolvono in maniera blanda e sbrigativa. 

Esempio lampante è quello dei Frey, sterminati dalla supereroina di Westeros, Arya, in una scena imbarazzante, frutto dell’altrettanto imbarazzante storyline di Braavos. 
I Frey in realtà vengono lentamente logorati dalla Fratellanza di Beric Dondarion e da Lady Stoneheart.

I registi però hanno pensato bene di far risolvere l’intera faccenda da Arya, a tutti piace Arya. 
L’accorpamento è stato riservato anche a Asha/Yara Greyjoy le cui azioni ricalcano quelle del ben più interessante e ingombrante Victarion Greyjoy. Nei libri è lui a salpare verso la baia degli schiavisti in cerca di Daenerys. 
Zio Victarion ci manchi.

Tornando a Dorne, Ellaria ricalca le azioni di Arianne, figlia di Doran di cui lei è una triste parodia.
  

 Quindi non muore nessuno?

 Se è vero che nella serie muoiono molti personaggi lo stesso non si può dire dei libri.
Attenzione, anche lì ci sono delle morti (Ned, Robert, Robb, Renly...) ma dietro ognuna di esse vi è una ferrea logica, una pianificazione data dal genio di Martin.

 La “casualità” è dettata dall’adattamento, che vuoi per ragioni di budget, vuoi per reale incapacità degli autori, ha dovuto eseguire molte drastiche modifiche che hanno alimentato la fama mortifera della serie. 

Ma non pensiate che le Cronache siano belle e interessanti perché muoiono tanti personaggi e nessuno è al sicuro. La bellezza di quest’opera risiede altrove, negli ottimi personaggi e negli intrecci credibili e studiati.